Cenerentola: numerose sono le versioni di questa popolarissima narrazione. Originata, probabilmente, da Rodopi un’ antica fiaba egiziana citata da Erodoto e, considerata, il primo archetipo letterario della fiaba stessa.
Cenerentola, eredità culturale della tradizione letteraria e favolistica
Una fiaba talmente popolare e conosciuta in tutto il mondo da contare centinaia di versioni. Sì perché, Cenerentola, è una pietra miliare della cultura favolistica: eredità e retaggio culturale di numerosi popoli. Nata originariamente da Rodopi, antica fiaba egizia, la prima versione nota in Occidente è quella di Gianbattista Basile. La gatta Cenerentola è una versione interamente scritta in napoletano e ambientata nel Regno di Napoli contenuta nella raccolta Cunto de li cunti; raccolta di cinquanta fiabe in lingua napoletana edita fra il 1634 e 1636. Tuttavia, furono i Fratelli Grimm e Charles Perrault a contribuire alla copiosa popolarità della fiaba.
Psicologia e allegoria di una fiaba
La produzione dei fratelli Grimm mira ad educare i bambini tramite dettagli cruenti, per abituarli alle difficoltà della vita reale. Dall’incipit in cui inizia la versione dei Grimm, si evince già la prima immagine di morte: Cenerentola si reca ogni giorno sulla tomba della madre. Successivamente, non potrà più farlo, e la tomba sarà sostituita dall’immagine della cenere e del focolare. Potrebbe essere vista come la tomba della sua infanzia ma il significato allegorico del focolare e la cenere non si accostano alla sporcizia come la matrigna e le sorellastre intendono; è più una rinascita. La cenere è purificata dal fuoco, e quindi, è liberazione. La scarpa calza perfettamente proprio per la purezza della protagonista: le sorellastre, invece, devono mutilarsi il piede tagliando l’alluce o il calcagno, sanguinando e soffrendo simbolo di animi non puri. Per la stessa ragione, al ritorno dal ballo, le sorellastre saranno accecate dagli uccelli.
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