La lentezza è una cosa che aiuta a comprendere l’interiorità nella sua complessità di impressioni e ricordi vissuti. Riscoprire la propria interiorità vuol dire vedere e capire il mondo con la luce della consapevolezza su ciò che maggiormente ha influenzato la nostra personalità in positivo o negativo.
I Giapponesi con la parola KITAI – che in italiano vuol dire attesa – ci fanno capire che il bello si fa sempre attendere, mentre ciò che di bello arriva subito, subito se ne va. Ogni vera rinascita ha bisogno di tempo.
“C’è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio. Prendiamo una situazione delle più banali: un uomo cammina per la strada. A un tratto cerca di ricordare qualcosa, che però gli sfugge. Allora, istintivamente, rallenta il passo. Chi invece vuole dimenticare un evento penoso appena vissuto accelera inconsapevolmente la sua andatura, come per allontanarsi da qualcosa che sente ancora troppo vicino a sé nel tempo”,
(Milan Kundera).
Lavoro, produttività, reti sociali, stress, poco tempo per se stessi. Nell’epoca di internet e della produttività, tutto è rapido, tutto si consuma immediatamente, anche le relazioni. Nella società del “tutto e subito” è necessario ogni tanto prendere un respiro profondo e disconnettersi non solo dai social network ma anche dalla frenesia della vita quotidiana. Per ricordare l’importanza della riflessione, della disconnessione e dei ritmi rallentati, lunedì 8 maggio si celebra la Giornata della Lentezza, così come si fa da undici anni. Fermarsi un attimo, coltivare le proprie relazioni e i propri interessi senza stress e senza fretta può aiutarci a ritrovare l’equilibrio e a farci riflettere sul nostro modo di affrontare le nostre giornate.
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