Un leader è qualsiasi persona che riesce a far emergere la propria creatività a prescindere dalla mansione che uno ricopre. Infatti nel fare una determinata cosa in qualsiasi settore in cui opera, deve compiere una sfida, tenendo presente che deve confrontarsi con delle situazioni sempre nuove, visto il mondo sempre più globalizzato in cui agiamo. Due pilastri molto importanti con i quali dobbiamo confrontarsi è senza dubbio la motivazione e l’apprendimento.
La motivazione, è data soprattutto dal sentimento di riuscire ad emergere (si può benissimo dire fare un’impresa) e l’altra e quella di riuscire a capire che più si sa e maggiore si sente il bisogno di apprendere in quando le competenze sono sempre in continuo stato di evoluzione. Una delle cose che si possono fare oltre ad una buona lettura a tutti i livelli, e senza dubbio poter filosofare, in modo da accedere ad una palestra mentale, che abbiamo e dobbiamo sfruttare, in quando tutti noi siamo portatori di eccellenze e come tali dobbiamo dare agli altri la nostra conoscenza. È meglio condividere la conoscenza con gli altri e insieme a loro sviluppare idee per creare valore.
L’apprendimento, per noi, consiste nella la capacità di acquisire nuove competenze per riuscire ad utilizzare anche nuovi strumenti mirati alla divulgazione culturale. È chiaro che questa capacità è utile soltanto se vogliamo metterci in gioco, ricordando come il filosofo PLATONE affermava che “più sai e più senti il bisogno di sapere”
Informare & formare.
Le varie tematiche che andrò a strutturare e che mi piacerebbe condividere con voi con lo scopo di diventare elementi di approfondimenti tra noi, sono principalmente queste:
Dal vocabolario della Treccani scopriamo i significati dei nostri pilastri:
coinvòlgere v. tr. [comp. di co–1 e involgere] (coniug. come volgere). – Trascinare con sé in una responsabilità o in un danno: c. altri (e, nel passivo, essere, trovarsi coinvolto) in uno scandalo. Per estens., associare: c., essere coinvolto, in un’azione di protesta; anche, interessare, rendere partecipe: bisogna c. tuo fratello nell’organizzazione della festa. ◆ Part. pres. coinvolgènte, anche come agg. (v. la voce).
scrutare v. tr. [dal lat. scrutari «frugare, rovistare», der. di scruta -orum «cenci»]. – Guardare, esaminare attentamente, per scoprire o comprendere ciò che non si manifesta o non si capisce a uno sguardo o a un esame affrettato e superficiale: s. il viso di una persona (e s. una persona in viso, o negli occhi) per conoscerne i sentimenti, indovinarne le intenzioni; s. l’orizzonte nella speranza di vedere apparire una nave; s. la natura per comprenderne i segreti; s. le profondità del cuore umano; genericam., e con uso assol., guardare con grande attenzione: tendevo l’orecchio ad ascoltare, e scrutavo nel buio (C. Levi).
osservare v. tr. [dal lat. observare, comp. di ob– e servare «serbare, custodire, considerare»] (io ossèrvo, ecc.). – 1. a. Guardare, esaminare, considerare con attenzione, anche con l’aiuto di strumenti adatti, al fine di conoscere meglio, di rendersi conto di qualche cosa, di rilevare i particolari, o per formulare giudizî e considerazioni di varia natura: o. un quadro; o. i movimenti di un insetto; o. il funzionamento di un motore; o. le stelle a occhio nudo, col telescopio; o. al microscopio, col cannocchiale. Talora fa riferimento più all’attenzione della mente che a quella dell’occhio: o. gli effetti di una reazione chimica; o. l’andamento di un fenomeno. b. Più genericam., posare attentamente lo sguardo su qualche cosa o su persone, sia per semplice curiosità, sia con intenzione critica, per notare difetti, per cogliere altri in fallo e sim.: camminando, osservava a destra e a sinistra; o. la vetrina di un negozio; seduto sul marciapiede osservo la strada vuota, le case a schiera, le macchine parcheggiate (Giuseppe Culicchia); è un ragazzo che osserva tutto, al cui sguardo e alla cui attenzione nulla sfugge; ogni sua mossa era osservata; prima di entrare, si guardò intorno per assicurarsi che nessuno l’osservasse; sentendosi osservata, arrossì leggermente; comportati bene, perché tutti ti osservano; con uso assol., ti osservano, vi osservano, come avvertimento e invito a controllare il proprio contegno. 2. a. Notare, rilevare: osservi nulla di nuovo nel mio abbigliamento?; ho osservato qualcosa di strano nel suo contegno; i due oggetti sono identici, come tu stesso puoi o.; conviene o. che ora la situazione è cambiata. Quindi, far o., far notare, proporre all’attenzione altrui: ti faccio o. che non c’è un errore in tutta la pagina; talora con tono di risentimento o di rimprovero (e con sign. simile ad avvertire): vi faccio o. che non tollero simili insinuazioni; vorrei farvi o. che non è questo il momento di perdersi in chiacchiere. b. Rilevare con l’intento di muovere una critica o di fare un’obiezione: hai da o. qualche cosa sul mio conto?; ho letto attentamente l’articolo e non ho nulla da o.; osservò che si sarebbe dovuto procedere con maggiore prudenza; col senso di obiettare, anche come inciso nel discorso diretto: «Scusi», osservò, «le pare un buon sistema il suo?». c. Con uso intr. (non com.), rivolgere l’attenzione a qualche cosa: il nostro autore, osservando al diverso modo che teneva costui nel soddisfare alle domande, dice ch’era un uomo così fatto (Manzoni). 3. Seguire ciò che una legge, una disposizione, una norma prescrive; obbedire, adempiere, rispettare e sim.: o. la regola; o. scrupolosamente la disciplina; o. le prescrizioni del medico; o. le norme della circolazione stradale; o. la parola data, gli impegni, le obbligazioni assunte; tu non hai osservato i patti; cercate di o. il più rigoroso silenzio; o. i precetti della Chiesa; o. il digiuno, l’astinenza, il riposo festivo. 4. ant. Riverire, manifestare il proprio rispetto a una persona, fare atto d’ossequio. ◆ Part. pres. osservante, anche come agg. e sost. (v. la voce).
progettare v. tr. [dal fr. projeter, che è dal lat. tardo proiectare «gettare avanti» (v. proiettare)] (io progètto, ecc.). – 1. Fare il progetto di qualche cosa, cioè idearla e studiare le possibilità e i modi di eseguirla: p. la costruzione di un palazzo, l’apertura di un canale, il prolungamento d’una ferrovia; p. un nuovo ospedale. 2. Con sign. più generico, ideare, avere l’intenzione di fare qualcosa: p. una gita, un viaggio; p. la fuga; anche seguito da un verbo: progettava di andarsene; sto progettando di rinunciare all’impresa.
consapevolézza s. f. [der. di consapevole]. – L’esser consapevole; cognizione, coscienza: avere c. delle proprie responsabilità; agire con piena c.; la c. del male fatto può essere principio di pentimento.
Per concludere l’oggetto di cui si discute è importante ma fino ad un certo punto, perchè possiamo discutere di cose “elevate” o semplici esperienze quotidiane, ma ciò che fa la differenza è la metodologia con cui esse vengo discusse. Il nostro metodo preferito è la condivisione di pensieri e idee.
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