Educare è da sempre un nesso fra un nutrire e un tirare fuori da una persona, in un dinamismo che prima o poi tutti siamo chiamati a sperimentare in questa esistenza.
In un progetto educativo sono importanti tre grandi contenitori:
- il primo è senza dubbio la fase del apprendimento di un determinato contenuto affinchè possa emergere la consapevolezza.
- Il secondo passo è “tirare fuori” tutto il bagaglio che la persona ha interiorizzato per dargli una forma, qualsiasi essa sia, e mettere le basi alla creazione del proprio progetto di vita con i doni che abbiamo ricevuto: intuizione, immaginazione, forza di volontà, capacità di amare … nelle proporzioni che ci rendono quello che siamo quotidianamente.
- Vivere l’esperienza nei luoghi e nel tempo che viviamo e per la quale siamo stati destina a sperimentare sia l’insegnamento che l’apprendimento.
Così gesto dopo gesto, pensiero dopo pensiero costruiamo il nostro mondo, nutrendoci delle impressioni che riceviamo dall’esterno, per tradurle in gesti ed esperienze nel quotidiano.
Tutto ciò ci porta ad una importante domanda:
- Di cosa ci stiamo nutrendo?
- Quali sono le impressioni che ci arrivano?
- Quali sono i gesti che quelle impressioni mi portano a fare?
Se ci stiamo nutrendo di bellezza, i nostri gesti saranno belli. Se ci stiamo nutrendo di impressioni negative, i nostri comportamenti saranno negativi. L’esempio che diamo a noi stessi e agli altri ci rende ciò che siamo. Non è chi siamo che ci qualifica, ma quello che facciamo.
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