Perchè “ora et labora” è una regola attuale ai giorni nostri?
La regola di San Benedetto da Norcia, “ora et labora”, racchiude in due parole l’essenza della vita monastica benedettina, ma sopratutto ci aiuta e ricorda che va applicata alla vita quotidiana, anche se non siamo monaci o santi.
Essa si basa su due pilastri:
- Ora: La preghiera, intesa come comunione con Dio, è un elemento fondamentale della vita monastica. I monaci dedicano diverse ore al giorno alla preghiera liturgica, alla lettura della Bibbia e alla meditazione.
- Labora: Il lavoro manuale è visto come un mezzo per santificarsi e per contribuire al benessere della comunità. I monaci svolgono diverse attività, come l’agricoltura, la pastorizia, la scrittura e la produzione di artigianato.
Ma cosa si nasconde sotto questi due pilastri per la vita quotidiana?
Equilibrio: La regola di San Benedetto non esalta né la preghiera né il lavoro in modo esclusivo, ma piuttosto cerca un equilibrio tra le due attività. L’obiettivo è quello di creare una vita armoniosa in cui la preghiera nutre il lavoro e il lavoro sostiene la preghiera tutti i giorni!
Frutti: L’ora et labora ha avuto un impatto significativo sulla cultura occidentale. I monasteri benedettini sono stati centri di cultura e di civiltà, contribuendo alla diffusione del sapere e alla bonifica dei territori.
Oltre il monachesimo: L’ora et labora può essere applicata anche alla vita dei laici. Essa ci insegna a trovare un equilibrio tra la vita spirituale e quella materiale, tra la preghiera e il lavoro. Ci ricorda che il lavoro non è solo un mezzo per guadagnare denaro, ma anche un modo per santificarsi e per contribuire al bene comune.
In sintesi:
- Si basa su due pilastri: la preghiera e il lavoro manuale.
- Cerca un equilibrio tra le due attività per creare una vita armoniosa.
- Ha avuto un impatto significativo sulla cultura occidentale.
- Può essere applicata anche alla vita dei laici.
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