Gli occhi sono la porta dell’anima, diceva Platone nel Fedro, ed è attraverso gli occhi che gli innamorati vedono rispecchiata quell’idea sovrasensibile di riconoscimento che li fa vibrare all’unisono durante lo stato nascente. Guardandosi l’un l’altro negli occhi stabiliscono la relazione più pura, immediata e reciproca che i sensi possano offrire loro. E non smetterebbero mai di guardarsi, non vorrebbero mai interrompere il contatto visivo, perché quel flusso che li unisce li fonde in una dimensione a-temporale, a-storica. Il presente si dilata e comprende in sé l’eterno.
Quando amiamo, amiamo innanzitutto con gli occhi: gli occhi denudano l’anima per scrutarla, per possederla ab ovo, per giungere alla fonte segreta dell’indicibile. Amedeo Modigliani disse a Jeanne che solo quando avesse conosciuto la sua anima avrebbe dipinto i suoi occhi.
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