Eugenio Montale dixit

Le metropoli sono abitate da milioni di eremiti

(concetti ripresi in “Ossi di seppia” e “La bufera e altro”)

La frase di Montale “Le metropoli sono abitate da milioni di eremiti” è una riflessione sulla condizione dell’uomo moderno, in particolare nelle grandi città. L’immagine dell’eremita, tradizionalmente associata alla solitudine e all’isolamento, viene accostata alla folla metropolitana, creando un contrasto stridente.

Montale, attraverso questa metafora, vuole sottolineare come la vita nelle metropoli, pur essendo caratterizzata da una grande concentrazione di persone, possa portare a un senso di solitudine e alienazione. L’individuo, pur circondato da una moltitudine di individui, può sentirsi isolato e incapace di stabilire legami autentici con gli altri.

Contesto del pensiero di Montale

Montale è stato un poeta che ha vissuto in un periodo storico complesso, segnato da guerre, totalitarismi e profonde trasformazioni sociali. La sua poesia è spesso caratterizzata da un senso di disillusione e di crisi dei valori. La riflessione sulla solitudine dell’uomo moderno si inserisce in questo contesto più ampio di pensiero.

Ulteriori spunti di riflessione

La frase di Montale può essere interpretata anche alla luce delle trasformazioni sociali e tecnologiche che hanno caratterizzato la nostra epoca. L’avvento dei social media e delle tecnologie digitali, pur connettendo virtualmente le persone, può paradossalmente aumentare il senso di isolamento e di incomunicabilità.

L’argomento è affrontato sapientemente da un grande scrittore / saggista e molto altro ancora… Marcello Veneziani, nel suo articolo: “La città sorgerà su tre colonne…” che vi invitiamo a legge.