Dalle profondità del tempo, un anello che racchiude in sé la magia di un’arte antica. I suoi fili, sapientemente modellati e intrecciati, raccontano storie di epoche passate, dando vita a un gioiello di rara bellezza e fascino.
La fede turca e la leggenda del Sultano
Una prima leggenda vuole che un tempo il Sultano Suleyman (Solimano il Magnifico) vedendo che nel regno (l’impero Ottomano) si commettevano molti delitti e furti che spesso dal popolo venivano giustificati come necessari dal momento che versava in condizioni di povertà, decise di proporre una sfida ai condannati, per provare l’effettiva necessità della loro condizione e l’onore verso il proprio paese. Chiese per questo aiuto ai gran maestri di corte, che crearono questo anello complicato da rimontare una volta sciolto. Il Sultano si rese subito conto che inizialmente, senza una spiegazione utile, era praticamente impossibile ricomporre l’anello una volta ‘sciolto’.
Decise quindi che ad ogni condannato, prima di accettare e scontare la propria condanna, veniva data la possibilità di scegliere se ricomporre l’anello in una sola notte: nel caso ci fosse riuscito sarebbe stato libero, in caso contrario avrebbe mantenuto la sua pena raddoppiandola.
Suleyman capì che chi era realmente un fuorilegge accettava immediatamente la sfida della notte in cella cercando di ricreare l’anello, vedendo la possibilità di una liberazione immediata; coloro invece che si trovavano realmente in difficoltà economica accettavano la pena, chiedendo perdono del delitto commesso e rimettendosi poi alla clemenza del Sultano. Suleyman spesso perdonava i poveri condannati, dando loro anche la possibilità di guadagnarsi una vita migliore.
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