Covid-19 e paura del contagio, qual è il ruolo dei media?

Secondo uno studio coordinato dall’Università di Trento l’informazione giornalistica sulla malattia e la relativa preoccupazione per la pandemia sarebbero i fattori che più spiegano la percezione del rischio e favoriscono, di conseguenza, l’adozione di misure di protezione. Per una comunicazione efficace risulta decisivo il format, mentre il confronto con epidemie meno gravi può provocare una sottovalutazione del problema

Media ancora una volta sul banco degli imputati perché la pandemia ne ha riportato in auge il dibattito tra sostenitori e detrattori. Nell’ultimo anno, infatti, si è assistito a un acuirsi del confronto tra chi ritiene che i mezzi di informazione abbiano un ruolo prezioso nell’aiutare la popolazione a comprendere l’emergenza sanitaria e le misure di protezione da adottare e chi, invece, considera i media inutili o, addirittura, colpevoli di creare allarmismo. Tra le voci che sottolineano l’importanza dei media ci sono ora anche quelle di un team di ricerca, coordinato dall’Università di Trento, che ha studiato il legame tra media, preoccupazione per la malattia e percezione del rischio di contagio da Coronavirus.
La ricerca ha coinvolto un campione di 547 persone residenti in Italia, nel Regno Unito e in Austria. I risultati sono stati illustrati sulla rivista scientifica “Frontiers in Psychology”. Emerge che la preoccupazione per il contagio e la percezione del rischio sarebbero strettamente collegate all’informazione mediatica sull’epidemia e predisporrebbero la popolazione ad assumere misure e comportamenti a tutela della protezione personale e collettiva.


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