Il coronavirus e l’utilità della “Sociologia delle catastrofi” (o dei disastri)

Una catastrofe naturale”, “antropica” o “antropo-naturale” è un fenomeno che ha conseguenze sociali dirompenti perché determina uno sconvolgimento della vita quotidiana (rottura della routine) e dell’identità collettiva, i cui effetti investono le strutture comunitarie. La frantumazione dei livelli di realtà causata dal “disastro” fa entrare le persone in una dimensione “altra”, surreale, come quella che stiamo vivendo in questi giorni da confinati in casa per evitare il contagio virale. Lo “shock da disastro” produce, a vari livelli di gravità, un disturbo da stress post-traumatico, vissuto sia individualmente sia collettivamente, caratterizzato da emozioni quali paura, rabbia, tristezza.

Anche la percezione collettiva di una minaccia di un disastro vissuta come imminente o della sua reiterazione genera ansia anticipatoria e allarmismo sociale più o meno giustificato a seconda delle capacità politiche di gestione. La capacità delle istituzioni di governare la crisi inoculata da una catastrofe nel sistema sociale, va stimata in riferimento alla rapidità e alla qualità delle risposte offerte.


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