La disobbedienza come atto di libertà e riaffermazione personale, secondo Erich Fromm

L’obbedienza è considerata da secoli una virtù, un valore desiderabile che i genitori instillano nei figli. Al contrario, la disobbedienza è stata denigrata alla categoria del peccato o dell’antivalore. Questa concezione è così radicata nella nostra mente che la nostra opzione predefinita è di solito obbedire. Tuttavia, non possiamo essere veramente liberi e nemmeno essere noi stessi senza atti di disobbedienza.

Cos’è la disobbedienza – e cosa non è?

Il termine obbedienza deriva dal latino oboedientia, che indica saper ascoltare con attenzione. Quando pratichiamo un ascolto attento, comprendiamo e analizziamo il messaggio, così da poter discernere e, soprattutto, decidere se seguire o meno l’istruzione. Pertanto, implica libertà. Ma nei secoli il senso originale della parola obbedienza è mutato, tanto che oggi viene intesa come compimento della volontà di chi comanda.


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