Studi scientifici e ricerche dicono che la “fame” di relazioni sociali è parte del nostro Dna, appagarla garanzia di equilibrio. Ma la qualità importa più della quantità. Perché anche sui social…
Il modo in cui ci siamo comportati in questa curva improvvisa della nostra esistenza interesserà i ricercatori per gli anni a venire. È un esperimento naturale e involontario sulla nostra specie.
Cos’è accaduto ai Sapiens quando la pandemia ha portato la morte e la paura della morte? Arriveranno indagini e risultati su tutto, dai livelli nel sangue di cortisolo, l’ormone dello stress, fino alla produzione in casa di lievito madre.
Al tempo della peste boccaccesca ci si limitava a descrivere «lo sbigottimento delle genti». Ma il senso non cambia: abbiamo sofferto, abbiamo subito uno shock emotivo. E ora non possiamo rimanere prigionieri dell’angoscia. È necessario riemergere, come invitano a più riprese gli psicologi. Riprendiamoci i nostri amici, dunque, ricominciamo da lì, ci sono mancati.
Con le cautele del caso, certo, ma ripartiamo dagli affetti. Già nel 1946 l’Organizzazione mondiale della sanità dava una definizione di salute che va ben oltre l’assenza di malattia: è «uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale». Un’armonia tra corpo, mente e le relazioni con gli altri.
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