L’idea è nata quattro anni fa, quando Anita Romeo portò la figlia Maria Celeste (allora aveva due anni) con spina bifida a Villa Mylius e trovò l’unica “giostra inclusiva” non funzionante. Subito Anita intuì che il problema sarebbe stato il primo di una lunga serie. Decise di parlarne con Maria Cristina Dieci, la presidente nazionale dell’associazione Spina Bifida (A.S.B.I.). Che la mise subito in contatto con Emanuela Solimeno, mamma di Luca, bambino disabile, la quale, anni prima, aveva contribuito a realizzare a Malnate il primo parco giochi inclusivo della provincia di Varese. Le due mamme combattive e presto amiche, presentarono, in poco tempo, al Comune il progetto di costruire un luogo accessibile e ludico dove bambini con disabilità avrebbero potuto giocare con i loro coetanei.
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