Un’antica ma, ahimè! persistente interpretazione ha trasmesso all’immaginario collettivo la figura di Penelope “moglie casta e fedele” che, tra speranze e timori, attende il ritorno del marito Ulisse. Questo profilo, quindi, ha fatto di Penelope l’icona assoluta dell’“angelo del focolare domestico”. Nulla di più.
MA È QUESTA LA VERA PENELOPE DELL’ODISSEA?
O si tratta di una arbitraria banalizzazione?
Per saperne di più, ricostruiamo sinteticamente il racconto: il giovane Ulisse parte lasciando nella propria casa-reggia la moglie-regina Penelope e il figlioletto Telemaco nato da poco. Ritorna dopo 20 lunghi anni: 10 trascorsi nell’assedio di Troia e 10 per tornare ad Itaca errando per terre e mari sconosciuti. Finalmente, travestito da mendicante, torna a casa e stermina i numerosi nobili di Itaca e di altre città greche che, convinti della sua morte, spadroneggiano nella sua reggia per costringere Penelope a scegliere come nuovo marito uno di loro che, sposandola, diventerebbe il nuovo re.
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