Zamagni:«Un’economia più civile grazie alla spinta delle comunità»

«Lavoro decente, teoria neoumanista e il tema della pace sono tra i campi d’interesse su cui puntare» Oggi a Loppiano un evento celebrativo per gli 80 anni dell’economista italiano Stefano Zamagni

«La diffusione sempre più capillare del paradigma dell’economia civile sarà un fenomeno naturale ed avverrà soprattutto grazie alla spinta della gente. Del resto, il processo è già in atto, la situazione è diventata ormai insostenibile e il fallimento dei “vecchi” modelli dominanti in passato è sotto gli occhi di tutti». Stefano Zamagni – docente ordinario all’Università di Bologna, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e tra i “padri” dell’economia civile – è convinto che la “sua creatura” sia pronta a imporsi sempre di più nel prossimo futuro come nuovo modello di sviluppo sostenibile e inclusivo. Oggi, in occasione degli 80 anni del professor Zamagni compiuti lo scorso 4 gennaio, alla Scuola di economia civile di Loppiano si terrà un evento celebrativo per ricordare i passi percorsi dal 1997 a oggi, quando riordinando i libri della biblioteca universitaria che erano nel suo ufficio capitò fra le mani di Zamagni una vecchia edizione delle “Lezioni di Economia Civile” di Antonio Genovesi. In quel momento si accese una lampadina e iniziò un percorso di studi e ricerche che ha contribuito alla diffusione del paradigma dell’economia civile a livello nazionale e internazionale: «Da allora ad oggi ne è stata percorsa di strada – afferma Zamagni –. Adesso parlare di economia civile non è più oggetto di vergogna. Anzi, come dimostra anche il movimento “Economy of Francesco” ormai la trasformazione è in corso e non si può fermare».

Professore, come si spiega l’accelerazione di questa rivoluzione?


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