Una sintesi di filosofia della crisi ecologica e della sua evoluzione. Un percorso breve, solo per farsi un’idea, per comprendere il rapporto culturale profondo che lega la natura e l’essere umano. Per approfondire, cliccate sui link e navigate nelle relative pagine.
La cultura occidentale ha iniziato il percorso con i Greci ed il loro concetto di hybris e con i Romani, con l’enfasi sull’homo faber. L’avvento del Cristianesimo ha portato un cambiamento profondo in questa linearità che continuò nel Medioevo, affiancando alla responsabilità del custode l’amore verso il creato. Nel Medioevo iniziò il percorso di trasformazione del rapporto, da timoroso e riverente a dominativo. Ma dal XVI secolo le scoperte scientifiche e tecnologiche trasformarono la natura in una risorsa da sfruttare e sottomettere allo sviluppo, aprendo la strada alla contemporaneità. Questa scelta culturale è stata contrastata da una narrazione alternativa e anti-scientifica dal Romanticismo con la riscoperta della natura e della sua sacralità. Ma in questo percorso rimane ancora inascoltata la voce del custode responsabile che ama la natura perché parte di essa, senza venerarla come una divinità. Perché venerando la natura e odiando l’essere umano, che ne è parte, si apre la strada a posizioni anti-umane che non aiuteranno a costruire un mondo migliore, ma solo a creare una nuova ideologia “sviluppista”.
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